Per “Radicale” in architettura e design si intende un modo di andare alla radice di ogni strategia attraverso revisioni di
piattaforme concettuali e di linguaggio, sulla base di una condivisione di intenti (ma con prospettive autonome). Gianni Pettena e Marco Pace sono presenti e a diretto confronto, a rilevarne dialoghi e differenze.
Gianni Pettena, collocato, per le sue origini, nel quadro de “l’architettura radicale” (con Sottsass, Mendini, Branzi, Natalini, Ufo, Archizoom e Superstudio), se ne distingue subito come ‘anarchitetto’ e come ‘la spia’, accentuando gli elementi più specifici, nel suo processo di sconfinamento disciplinare tra architettura e arte ambientale.
Marco Pace, che collabora da anni con Gianni Pettena nella realizzazione di opere e installazioni nei più importanti
musei del mondo, evolve il suo linguaggio autonomo, da anni, attraverso disegni e dipinti in cui note architetture
contemporanee ed esempi di design di oggi si confrontano in spazi vuoti. La presenza umana scompare, dando posto
ad animali ed opere dell’uomo fredde e isolate.
Il titolo della mostra, a cura di Massimiliano Scuderi, nasce da una famosa foto che ritraeva il gruppo di designers di Global Tools- programma didattico sperimentale e multidisciplinare del design – e usata per la copertina della rivista Casabella n. 377 del Maggio ’73.
In questa occasione la frase diventa titolo enigmatico, pregno di rimandi ed allusioni linguistiche.
La mostra presso lo spazio A Sud apre il giorno 6 Aprile 2024 alle ore 18 e rimarrà visibile fino al 27 Luglio.
Per l’occasione dalle ore 21 presso lo spazio Urban Gallery sarà esposto il divano Rumble, uno dei capolavori del ’67
di Pettena, occasione nata dalla collaborazione tra A SUD, Fondazione Zimei, Urban Gallery e l’azienda Poltronova.
Gianni Pettena
E’ tra i fondatori, alla fine degli anni ’60 a Firenze, del movimento “architettura radicale” insieme a
Superstudio, Archizoom, UFO. Nel 1972 realizza la sua prima mostra personale alla John Weber Gallery a New York.
Negli anni successivi si dedica sia all’attività di artista che a quella accademica, spesso indagando le connessioni tra le
proposte delle generazioni più giovani e il retaggio della sperimentazione iniziata negli anni ‘60. Le opere di Gianni Pettena, in particolare i lavori del cosiddetto periodo ‘americano’ (1972) e i molti disegni la cui visionarietà si è poi
spesso tradotta in profetica realtà, assumono un valore tanto per la loro specificità e unicità all’interno della sperimentazione radicale degli anni Sessanta e Settanta quanto per i loro influssi sul mondo dell’architettura, del design e
dell’arte contemporanea successivi. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come: il Centre Pompidou di
Parigi (1978), la Biennale di Venezia (1996), il Mori Museum di Tokyo (2004), il Barbican Center di Londra (2006), il
PAC di Milano (2010), e il Museion di Bolzano (2008, 2014 e 2017).
Marco Pace
Dopo la laurea conosce e collabora con Gianni Pettena e dal 2007 supervisiona la realizzazione delle installazioni
dell’An-architetto (Manifesta7, biennale di Atene, FIAC, Artissima, PAC, UMOCA Salt Lake City, CRAC Occitanie, gallerie
private etc.). Ha preso parte a numerose mostre a livello nazionale, tra le più recenti personali: Non finirò stanziale, 2017, a cura di M. Scotini, Galleria Bonelli, Milano; Bocs Art, 2018, a cura di Giacinto di Pietrantonio, Cosenza; Proloco #2, History of Galleria Neon Bologna, mostra collettiva a cura di Gino Gianuizzi; Galleria Laveronica, Modena, 2019; My Little sweet home, 2020, Il Crepaccio, a cura di Caroline Corbetta, Tableaux Vivants, a cura di Luigi Presicce, Mattatoio di Roma, 2021, Ogni pensiero vola, a cura di Serena Trinchero PIA Palazzina Indiano Arte, Firenze, 2022 ; Party, residenza artistica a cura di Matteo Innocenti, Laportineria, Firenze, 2022, No Neon No Cry, a cura di Gino Gianuizzi, MAMBO, Bologna, 2022; Expectations, insieme a Marco Pio Mucci, Caterina De Nicola e Valerio Nicolai, A Sud, 2022, a cura di M. Scuderi. Collabora come disegnatore con la rivista Frankenstein di Milano.
Per “Radicale” in architettura e design si intende un modo di andare alla radice di ogni strategia attraverso revisioni di
piattaforme concettuali e di linguaggio, sulla base di una condivisione di intenti (ma con prospettive autonome). Gianni Pettena e Marco Pace sono presenti e a diretto confronto, a rilevarne dialoghi e differenze.
Gianni Pettena, collocato, per le sue origini, nel quadro de “l’architettura radicale” (con Sottsass, Mendini, Branzi, Natalini, Ufo, Archizoom e Superstudio), se ne distingue subito come ‘anarchitetto’ e come ‘la spia’, accentuando gli elementi più specifici, nel suo processo di sconfinamento disciplinare tra architettura e arte ambientale.
Marco Pace, che collabora da anni con Gianni Pettena nella realizzazione di opere e installazioni nei più importanti
musei del mondo, evolve il suo linguaggio autonomo, da anni, attraverso disegni e dipinti in cui note architetture
contemporanee ed esempi di design di oggi si confrontano in spazi vuoti. La presenza umana scompare, dando posto
ad animali ed opere dell’uomo fredde e isolate.
Il titolo della mostra, a cura di Massimiliano Scuderi, nasce da una famosa foto che ritraeva il gruppo di designers di Global Tools- programma didattico sperimentale e multidisciplinare del design – e usata per la copertina della rivista Casabella n. 377 del Maggio ’73.
In questa occasione la frase diventa titolo enigmatico, pregno di rimandi ed allusioni linguistiche.
La mostra presso lo spazio A Sud apre il giorno 6 Aprile 2024 alle ore 18 e rimarrà visibile fino al 27 Luglio.
Per l’occasione dalle ore 21 presso lo spazio Urban Gallery sarà esposto il divano Rumble, uno dei capolavori del ’67
di Pettena, occasione nata dalla collaborazione tra A SUD, Fondazione Zimei, Urban Gallery e l’azienda Poltronova.
Gianni Pettena
E’ tra i fondatori, alla fine degli anni ’60 a Firenze, del movimento “architettura radicale” insieme a
Superstudio, Archizoom, UFO. Nel 1972 realizza la sua prima mostra personale alla John Weber Gallery a New York.
Negli anni successivi si dedica sia all’attività di artista che a quella accademica, spesso indagando le connessioni tra le
proposte delle generazioni più giovani e il retaggio della sperimentazione iniziata negli anni ‘60. Le opere di Gianni Pettena, in particolare i lavori del cosiddetto periodo ‘americano’ (1972) e i molti disegni la cui visionarietà si è poi
spesso tradotta in profetica realtà, assumono un valore tanto per la loro specificità e unicità all’interno della sperimentazione radicale degli anni Sessanta e Settanta quanto per i loro influssi sul mondo dell’architettura, del design e
dell’arte contemporanea successivi. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come: il Centre Pompidou di
Parigi (1978), la Biennale di Venezia (1996), il Mori Museum di Tokyo (2004), il Barbican Center di Londra (2006), il
PAC di Milano (2010), e il Museion di Bolzano (2008, 2014 e 2017).
Marco Pace
Dopo la laurea conosce e collabora con Gianni Pettena e dal 2007 supervisiona la realizzazione delle installazioni
dell’An-architetto (Manifesta7, biennale di Atene, FIAC, Artissima, PAC, UMOCA Salt Lake City, CRAC Occitanie, gallerie
private etc.). Ha preso parte a numerose mostre a livello nazionale, tra le più recenti personali: Non finirò stanziale, 2017, a cura di M. Scotini, Galleria Bonelli, Milano; Bocs Art, 2018, a cura di Giacinto di Pietrantonio, Cosenza; Proloco #2, History of Galleria Neon Bologna, mostra collettiva a cura di Gino Gianuizzi; Galleria Laveronica, Modena, 2019; My Little sweet home, 2020, Il Crepaccio, a cura di Caroline Corbetta, Tableaux Vivants, a cura di Luigi Presicce, Mattatoio di Roma, 2021, Ogni pensiero vola, a cura di Serena Trinchero PIA Palazzina Indiano Arte, Firenze, 2022 ; Party, residenza artistica a cura di Matteo Innocenti, Laportineria, Firenze, 2022, No Neon No Cry, a cura di Gino Gianuizzi, MAMBO, Bologna, 2022; Expectations, insieme a Marco Pio Mucci, Caterina De Nicola e Valerio Nicolai, A Sud, 2022, a cura di M. Scuderi. Collabora come disegnatore con la rivista Frankenstein di Milano.